Giunge alla sesta edizione, Domenica 26 gennaio, terza domenica del tempo ordinario, la “Domenica della Parola di Dio”, indetta sei anni fa da papa Francesco per richiamare l’attenzione sulla centralità di essa nella vita di fede personale e comunitaria. Per l’occasione è stato pubblicato un sussidio, recuperabile online, di cui riportiamo l’introduzione di mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione.
“Per vivere la VI edizione della Domenica della Parola di Dio, che si celebrerà in tutta la Chiesa il prossimo 26 gennaio 2025, Papa Francesco ha scelto come motto le parole del Salmista: “Spero nella tua Parola” (Sal 119,74). Si tratta di un grido di speranza: l’uomo, nel momento dell’angoscia, della tribolazione, del non-senso, grida a Dio e mette tutta la sua speranza in lui.
È una esperienza profondamente umana, come è solito trovare nel Salterio. Tutti sperano, tutti noi abbiamo delle speranze, ma quello che ci viene comunicato in questo Giubileo è “la Speranza”, al singolare. Non si tratta di un’idea astratta o un ottimismo ingenuo, ma di una persona, viva e presente nella vita di ognuno: Cristo crocifisso e risorto, l’unico che non ci abbandona mai. La teologia paolina è estremamente chiara su questo punto: “Cristo Gesù, nostra speranza” (1 Tm 1,1).
Questa è una certezza che viene posta sul nostro cammino. In essa dobbiamo crescere senza mai distogliere lo sguardo dalla fedeltà di Dio: “Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché fedele colui che ha promesso” (Eb 10,23). Il fatto che Dio è fedele alle sue promesse ritorna come un ritornello dall’Antico al Nuovo Testamento e per questo possiamo essere ricolmi di gioia e fiducia. Essendo certezza del compimento della promessa, la speranza cristiana “non delude”, perché ci viene data dalla presenza efficace dello Spirito Santo (cfr. Rm 5,5). Ecco perché possiamo sperare nella sua Parola. Lo ha ben capito l’apostolo Pietro, quando affermò “Sulla tua parola getterò la rete” (Lc 5,5), che vuol dire: “confido in te”. La speranza che scaturisce da questa Parola sorge dalla sicurezza della fede e ci affida all’amore di Dio, che non contraddice mai né sé stesso né la promessa fatta.
Un giubileo che ogni 25 anni bussa alla porta e provoca a prendere in seria considerazione la vita offre la possibilità di tenere fisso lo sguardo sulla speranza che porta con sé il realismo evangelico. La Domenica della Parola di Dio permette ancora una volta ai cristiani di rinsaldare l’invito tenace di Gesù ad ascoltare e custodire la sua Parola per offrire al mondo una testimonianza di speranza che permetta di andare oltre le difficoltà del momento presente. La Parola di Dio non si trova confinata in un libro, ma resta sempre viva e si fa segno concreto e tangibile. Infatti, provoca ogni comunità non solo ad annunciare la fede di sempre, ma soprattutto a comunicarla con la convinzione che porta speranza a quanti la ascoltano e accolgono con cuore semplice.
Ogni realtà locale potrà trovare le forme più adatte ed efficaci per vivere al meglio questa Domenica, facendo «crescere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture» (Aperuit illis, 15).”

