Il messaggio per l’Avvento del vescovo Marco

Ancora una volta ci troviamo a vivere in un triste scenario: migliaia di infetti da Covid, ospedali al limite, abbiamo superato i 50.000 morti. Molte persone sono chiuse in casa in attesa di un tampone che sembra non arrivare mai. Tanti i dubbi, a volte perfino caos, non sappiamo neppure come celebreremo il Natale. L’unica certezza rimane l’evitare assembramenti e il “distanziamento sociale” a base di mascherine e distanze di sicurezza.

Abbiamo paura! Paura di ammalarci, paura di morire, paura per il nostro futuro. Abbiamo paura per noi e per i nostri cari. Siamo stanchi per il lungo camminare nel buio, siamo provati per i sacrifici fatti. Siamo arrabbiati per la superficialità e l’incompetenza con cui qualcuno ha gestito le cose.

Continuiamo a sperimentare la nostra fragilità e debolezza. Sapevamo di essere fragili, però avevamo inventato un sistema per non pensarci. Siamo fragili perché creature mortali segnate dal peccato e dall’egoismo, perché non siamo Dio!

Il Covid ha riportato nuovamente in luce la fragilità del nostro sistema di vita costruito sull’egoismo. Un sistema che antepone il profitto ed il potere alle persone e ritiene ci sia qualcuno che “viene prima” di altri. Questo si è tragicamente mostrato sbagliato, inefficace e perdente: ha dimenticato le persone, i poveri, i deboli, non ci ha protetto e ci ha divisi.

In questo contesto iniziamo l’Avvento, quattro settimane in preparazione al Natale. L’Avvento ci mostra Dio che ha agito in controtendenza rispetto a tutti gli accorgimenti necessari in tempo di Covid. Infatti, Egli “squarcia i cieli e scende”, supera le distanze e si fa vicino a noi, indicandoci nella vicinanza la via della salvezza e dell’amore. Lui che è il Dio Santo, forte e immortale per venire in mezzo a noi e superare le distanze, accetta di farsi fragile e divenire creatura debole e mortale. In questo farsi fragile come noi, ci salva. Ci mostra che la via per superare la fragilità non è una via fatta di forza o di violenza, ma è la via dell’amore e del dare la vita. E amare è farsi ancora più fragile, perché è mettersi nelle mani dell’altro, “nudo e con tutti i tuoi limiti” e l’altro di te può fare ciò che vuole – infatti il Dio forte fatto fragile è stato crocifisso-. Dio si fa fragile e debole come noi, perché vuole aiutarci a comprendere questa nostra situazione, ad accettarla, e riconoscere che l’unico modo che abbiamo per “salvarla” è quello di assumerla, di viverla e starci dentro, come ha fatto Lui. Per ricordarci che anche nella fragilità e nella vulnerabilità è possibile essere felici e vivere una vita piena. Per ribadire che siamo forti perché Lui è con noi.

L’avvento ci ripropone principi importanti per costruire un mondo nuovo: il primato della persona sul profitto, la fratellanza fra tutti gli uomini, il potere inteso come servizio. Leggere “Fratelli tutti” di Papa Francesco potrebbe aiutarci a cogliere la concretezza di questi elementi. Così aderire all’iniziativa d’avvento della nostra Caritas – #ilbuonsamaritano – ci dà un’opportunità pratica e immediata per contribuire a costruire un mondo nuovo.

In avvento cantiamo: “Vieni Signore Gesù”. Lui viene, anzi è già venuto e verrà. Cerchiamolo nella nostra vita così come essa è. Cerchiamolo nella nostra fragilità e nella fragilità che ci circonda. Se lo cerchiamo si farà trovare. E con Lui vicino diventeremo forti!

Buon avvento, fragile e distanziato.

Vi benedico

+ Marco

Qui il documento integrale del Sussidio Liturgico Pastorale Avvento Natale 2020 della Cei “Cammina nella speranza”

Sussidio_Avvento_Natale_2020