Alla scuola dei nonni

Tornare alle radici, alla fonte. Non per un gusto nostalgico, ma per andare avanti, per affrontare le sfide della vita. Nel terzo giorno del suo pellegrinaggio in Canada, Papa Francesco ci invita a riflettere su quanto sia importante, vitale, un sano rapporto con il proprio passato, la propria storia. Nella messa celebrata per la festa dei santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù, il Papa ha parlato dei nonni ricordandoci due aspetti: il primo è che «siamo figli di una storia da custodire. Non siamo individui isolati, non siamo isole, nessuno viene al mondo slegato dagli altri. Le nostre radici, l’amore che ci ha atteso e che abbiamo ricevuto venendo al mondo, gli ambienti familiari in cui siamo cresciuti, fanno parte di una storia unica, che ci ha preceduti e generati. Non l’abbiamo scelta, ma ricevuta in dono; ed è un dono che siamo chiamati a custodire». Il secondo è che «oltre che figli di una storia da custodire siamo artigiani di una storia da costruire. […] I nostri nonni e i nostri anziani hanno desiderato vedere un mondo più giusto, più fraterno e più solidale e hanno lottato per darci un futuro. Ora, tocca a noi, ci dice il Papa, non deluderli. Sostenuti da loro, che sono le nostre radici, tocca a noi portare frutto. Siamo noi i rami che devono fiorire e immettere semi nuovi nella storia».