La Chiesa celebra ogni anno, nell’ultima domenica di settembre, la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, una tradizione iniziata nel 1914 e giunta quest’anno alla sua 110ª edizione. Questa giornata rappresenta un’occasione significativa per esprimere vicinanza e solidarietà a tutte quelle persone che, per molteplici ragioni, sono costrette a spostarsi e a vivere in condizioni di vulnerabilità. È un momento per pregare e riflettere sulle opportunità che la migrazione può offrire.
“Dio cammina con il suo popolo” è il tema scelto per l’edizione 2024 della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra oggi, domenica 29 settembre, ricordando con partecipata gratitudine il corteo dei popoli che ieri, partendo dal CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti), ormai punto di riferimento imprescindibile nella nostra città per gli immigrati che devono imparare l’italiano e non solo, ha invaso la città colorandola di allegria.
Fin qui niente di nuovo per Asti: è dalla prima edizione del Festival dei Popoli che il corteo rappresenta una forma di condivisione culturale e unione gioiosa tra tutte le comunità etniche nostrane che desiderano partecipare. Sfilare può significare anche dare visibilità al proprio paese d’origine attraverso la bellezza: di costumi straordinariamente colorati, musiche trascinanti, movenze piene di fascino ed entusiasmo… Ormai da anni ci incantano la creatività del Brasile, le capacità organizzative dell’Albania, lo spirito comunitario moldavo… e l’elenco potrebbe continuare molto a lungo. Quest’anno, però, è emersa come non mai la volontà del corteo di camminare davvero come un popolo solo con un’anima sola, e italiana. Ad un certo punto i manifestanti delle comunità etniche si sono anche mescolati ai sopraggiunti sbandieratori della Torretta, in un tripudio di bandiere colorate incrociate sullo sfondo di un cielo terso e luminoso come il clima festante della manifestazione.
Grandi applausi sono esplosi da ogni parte quando il sindaco ha riconosciuto solennemente l’italianità di tutte le persone giunte in Piazza San Secondo, il cuore della città, attraverso il corteo. Orgoglio e amore per il proprio paese d’origine, pur spesso misti a sentimenti anche tormentosi, rappresentano preziosissime radici per la costruzione identitaria personale.
Tuttavia il corteo di oggi ha manifestato inequivocabilmente la volontà di andare molto oltre: verso un’Italia da costruire insieme, uniti. Lo hanno chiesto, invocato e vissuto ballando al centro di Piazza San Secondo non solo coreografie e musiche del proprio gruppo ma anche quelle degli altri, davvero come un unico popolo in cammino con un’anima sola.
Rotti gli schemi, ha trionfato il desiderio di unione e appartenenza all’unica comunità astigiana, nel rispetto delle differenze ma anche con una travolgente voglia di oltrepassarle.