I 50 anni della Caritas Italiana

Cinquanta anni fa, il 2 luglio 1971, nasceva, su ispirazione di papa San Paolo VI, la Caritas Italiana. Nasceva negli stessi anni in cui veniva pubblicato il documento base della Catechesi e promulgato il nuovo Messale Romano. Tutte scelte frutto del Concilio Vaticano II allo scopo di portare innovazione nella Chiesa. Nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, intitolata all’apostolo Paolo, cantore della Carità, il 25-1-1959 papa San Giovanni XXIII annunciava il progetto di indire tale Concilio. Nella stessa Basilica lo scorso 25 giugno rappresentanti delle tante realtà Caritas presenti sul territorio italiano, tra cui anche un gruppo di astigiani, si sono ritrovati per celebrare i 50 anni di Caritas Italiana, la cui sede iniziale fu proprio nell’attiguo viale Baldelli, con un primo momento di preghiera guidato dal presidente di Caritas Italiana, l’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli. I partecipanti si sono poi ritrovati il mattino successivo in Vaticano nell’aula Paolo VI per l’Udienza con papa Francesco. Nel ripercorrere le tappe salienti di 50 anni di storia è emerso che la Caritas è nata da intuizioni incredibili che sono ancora attuali. Paolo VI intuì l’importanza di creare un organismo che non fosse solo assistenziale ma che svolgesse anche una attività di promozione umana di carattere pedagogico per far crescere la testimonianza della carità nelle comunità locali. Mons Nervo, primo presidente di Caritas Italiana, intuì che non fosse sufficiente ascoltare e amare i poveri, ma che occorresse studiare il fenomeno povertà. Sapeva che occorre fare ricerca e la Caritas per questo continua ad essere attenta alla realtà, per conoscere le dinamiche e le cause che generano le povertà. Mons Pasini, primo direttore di Caritas Italiana, si è speso spostandosi in ogni Diocesi per illustrare il nuovo organismo pastorale e incoraggiarne la costituzione nei singoli territori intuendo che la risposta alle emergenze fosse un’occasione propizia per far nascere o per fare un passo avanti nell’organizzazione delle Caritas diocesane. Impegno che ha portato frutti abbondanti grazie alla risposta generosa di singoli, sacerdoti e laici, di famiglie e di comunità che in modo umile e silenzioso hanno dato, nei singoli territori dell’Italia, volto e forma a tante iniziative di carità con chi era nel bisogno e di animazione del territorio. Dalla risposta al terremoto del Friuli del 1976 fino alla pandemia, la Caritas ha camminato mezzo secolo accanto agli ultimi diventando una presenza familiare per gli italiani. Durante l’incontro di preghiera particolarmente intenso è stato l’intervento del Card Luis Antonio Tagle, Presidente di Caritas Internationalis, il quale, commentando l’inno alla Carità di San Paolo, ha ricordato l’importanza del dono e del servizio che non devono diventare motivo di superiorità sugli altri né di competizione. Sono le storie minime – ha evidenziato il Cardinale filippino – a cambiare il corso degli eventi. La Caritas spesso ne è testimone e il Card Tagle, che ne conosce tante, ne ha raccontate tre evidenziando la circolarità del dono e la ricchezza dei doni che i poveri sanno fare.

Beppe Amico