nel CORTILE DEI DUBBIOSI

Un nuovo appuntamento, venerdì 12 maggio alle 18 nel Foyer delle Famiglie, con Il Cortile dei Dubbiosi, iniziativa di invito al dialogo del Progetto culturale della Diocesi di Asti nata nel 2012, il cui titolo fu ispirato dal drammaturgo Luciano Nattino.

Giunto alla sua nona edizione, dopo tre anni di stop a causa della pandemia, l’evento si ripensa e cerca una nuova formula per tentare risposte ai tanti interrogativi del presente.

Precisa Michelino Musso, referente del Progetto culturale: “Interrogativi, ma anche proposte sui grandi temi nel nostro impegno di “ricerca continua ed incessante”: pace, attenzione alla persona, famiglia, valorizzazione di quanto ci unisce, fiducia nel cammino verso il futuro. La ricerca di un messaggio che rassereni e coinvolga per rispondere ad attese da non eludere per essere protagonisti nella storia”.

Un interrogativo, diverso ogni anno, ha sempre caratterizzato il Cortile dei Dubbiosi, favorendo il confronto tra credenti e non credenti, tra sensibilità diverse, lo scambio e le dinamiche costruttive.

Quest’anno l’interrogativo si appunta sul metodo più opportuno per costruire una Chiesa, una comunità sinodale in una società non più liquida, ma frammentata e fragile.

Per vedere le cose in prospettiva, gli stimoli per questa riflessione arriveranno dalla testimonianza dal Brasile di Monsignor Neri Josè Tondello, vescovo della Diocesi brasiliana di Juìna (gemellata con la diocesi di Asti) nel Mato Grosso, con 145 mila fedeli sparsi in un territorio di 120 mila chilometri quadrati e raccolti in 11 parrocchie, nella regione nord-occidentale dello Stato; le sollecitazioni alla discussione saranno lasciate a Mariarosa Poggio, referente diocesana, con Gianni Valente, del sinodo di Asti.

“Questa nona edizione del Cortile dei Dubbiosi – spiega ancora Musso – si propone di diventare un “nuovo passo” capace di imprimere un ritmo “di casa”, di prossimità, di comprensione, di cambiamento al nostro essere testimoni di “valori” per declinarli in una vita cristiana equilibrata, fatta di incontro, di ascolto e di proposta”.