un Anno tra Sinodo e Carità

“Come dire le verità di sempre con le parole di oggi?”, in occasione della presentazione dell’Anno Pastorale 2022/2023, il vescovo Marco Prastaro ha iniziato citando lo scrittore britannico Bruce Marshall, ricordando come il tempo che stiamo vivendo sia “difficile, faticoso e porta con sé molte preoccupazioni” e come questo implichi inevitabilmente nuove sfide, nuove idee e nuove parole. Pandemia, crisi climatica, guerre: è un momento difficile che mette a dura prova la vita di ognuno, delle istituzioni e anche della Chiesa, che sta vivendo un periodo di crisi “epocale”, come la definisce Mons. Prastaro, che parla anche di in un’epoca di “fine della cristianità”, che diventa sempre più una minoranza. Una crisi vocazionale e una crisi di partecipazione alla vita liturgica sono le due consapevolezze di partenza per guardare alla Chiesa di oggi, e di domani. E nonostante questo, “Dobbiamo vivere questo tempo come un dono, una sfida che accogliamo nella fiducia che il Vangelo parli all’epoca che stiamo vivendo”, afferma il vescovo, ricordando quanto è stato fatto 60 anni in occasione dell’apertura del Concilio Vaticano II voluto da Papa Giovanni XXIII.

Quella presentata non è una lettera pastorale, documento strategico di visione a lunga gittata che non si sente ancora pronto a produrre, ma sono indicazioni e proposte per guardare al nuovo anno e uscire dal “si è sempre fatto così”: “Il nostro futuro sarà fatto da comunità che si sono messe insieme e insieme camminano superando campanilismi e nostalgie dei tempi gloriosi ormai passati”, scrive il vescovo Marco. In particolare, l’anno pastorale si incentrerà su due aspetti: il Sinodo e il tema dell’anno, la carità.
Il termine Sinodo significa “camminare con”, e in questa seconda fase li cammino si incentrerà sue tre temi cardine: i cantieri. Il primo è il “cantiere della strada e del villaggio”, dove si andranno ad ascoltare i mondi “esterni” alla Chiesa, come il terzo settore, la povertà, la cultura, l’imprenditoria, l’impegno politico e sociale, il volontariato. Il secondo cantiere riguarda invece “l’ospitalità e la casa”, che rifletterà sulla partecipazione, sulla co-responsabilità della comunità cristiana che si aiuta ed è diffusa sul territorio. Infine, il “cantiere delle diaconie e della formazione spirituale” porterà a riflettere su come si accompagnano i fedeli a crescere nel loro cammino spirituale.

Dopo liturgia e annuncio del vangelo, quest’anno il tema sarà invece la Carità, che porterà a ripensare l’essere Chiesa. Per capire come si declini nelle azioni e nella vita delle varie comunità, il vescovo incontrerà a livello di vicaria o di zona le realtà ecclesiali che si occupano del terzo settore: “Asti è un esempio a livello di carità e accoglienza, sarà importante continuare a pensare a come lavorare in rete, farsi prossimi di chi è nel bisogno”, afferma. “Una Chiesa in dialogo” è lo spirito che accompagnerà tutto l’anno pastorale, le cui linee sono tracciate nel libretto che riporta proprio quel titolo e all’interno si possono trovare le parole del vescovo, il calendario con gli appuntamenti pastorali, spunti di riflessione e di meditazione.

Federica Bassignana

da Gazzetta d’Asti 14 ottobre 2022 – pag. 19